Difendersi da una aggressione è legale?
Una delle domande che spesso vengono fuori durante lezioni o stage di difesa personale e che mi vengono fatte in merito alle tecniche di autodifesa che sono state spiegate è: “ma è legale?”
Alcune tecniche a mani nude o con oggetti improvvisati possono creare ferite e lesioni più o meno gravi ma il combattimento e fermare un aggressore non è qualcosa di semplice ed è necessario quando non è possibile la fuga fare male, molto male!
Questo non significa accanirsi ma l’idea che viene spacciata in molti corsi di colpire quanto basta o di controllarti per tirare un pugno in meno sono stupidaggini di chi non conosce le aggressioni ma dei semplici litigi tra due che non fanno a botte ma alzano la voce.
In quel momento devi colpire e colpire per fare male sino a renderlo innocuo anche perchè non è raro che qualcuno faccia finta di dire ok basta, ti chiedo scusa e poi ti attacca appena ti giri oppure mentre ti chiede scusa prende dalla tasca un coltello, un coccio di bottiglia, un tirapugni o qualche altra arma improvvisata.
Chiedetelo ai buttafuori di qualche grossa città quante volte hanno visto questa finta scena di resa prima dei colpi o dopo i colpi solo per “fare abbassare la guardia”.
Ora intendo comunque darti una risposta a questa domanda ma dicendoti subito che non sono né un avvocato né un giudice (funzionario incaricato dell’applicazione della legge);
La visione di un formatore di difesa personale è molto diversa da quella di un giudice!
Spesso la visione di un giudice non tiene conto che stavi tornando a casa con la spesa mentre telefonavi a tua moglie, o che stavi dormendo quando hai sentito dei passi in cucina, ecc. e quindi non viene spesso considerato il contesto, il tempo e lo stress che si crea in un breve istante e che rende impossibile se non si ha una formazione di elite che difficilmente un civile ha gestire questo caos e mantenere la freddezza per riconoscere se è armato, se è solo, se voleva scappare, ecc.
Voglio quindi subito dirti che un giudice non considererà molti aspetti che sono essenziali per la tua sopravvivenza ma che il giudice vedrà molto diversa sia dal punto di vista della tua sicurezza personale che legale.
In pratica il giudice inizialmente penserà che volevi fare Rambo e poi se hai un buon avvocato e ti va bene il processo potrà andare a tuo favore ma non senza danni collaterali che variano in base alla legislazione locale.
Ho una grande simpatia per le forze dell’ordine (a parte le polemiche che nascono per poche mele marce che ci sono in qualunque posto di lavoro) perchè quando si tratta di proteggersi da danni e pericoli a causa delle responsabilità e responsabilità che essi hanno avere intorno a ciò, è spesso molto più complicato di quello di cui gode un comune cittadino perchè loro devono sempre intervenire è il loro lavoro.
Quando tu come cittadino ti trovi minacciato e in pericolo, la tua situazione è molto diversa da quella di un ufficiale di polizia o agente di sicurezza.
Tu nella maggior parte dei casi hai la possibilità di allontanarti e effettuare quello che in gergo viene chiamato disimpegno, qualcosa che invece è preposto per far rispettare la legge o un insieme di regole e comportamenti (in un bar o in un club ecc.) non ha.
L’operatore di sicurezza deve intervenire!
L’ opzione di andarsene, che è molto utile per impostare il contesto di come si risponde a una minaccia o un assalto quando si tratta di discutere i diritti o gli errori del proprio comportamento e del proprio contesto di azioni in tribunale è tutto sia dal punto di vista morale che legale.
Allontanarsi da un combattimento richiede testa e un concetto chiaro di difesa personale o meglio di sopravvivenza dove devi combattere solo se è necessario, non è non avere le palle, ma avere le idee chiare oltre che le palle grandi.
Non è la via del codardo allontanarsi anzi è più facile convincerti e portarti a combattere piuttosto che andartene via.
Andarsene fa schifo per il tuo ego e per il tuo orgoglio fa davvero schifo ma uno scontro non fatto è un grande successo.
Geoff Thompson nel suo libro The Art of Fighting without Fighting – Techniques in Personal Threat Evasion spiega bene questo concetto di combattere senza combattere.
Thompson era stato uno studente di arti marziali sin da bambino e ha guadagnato un alto grado nel Karate.
La sua paura di un confronto violento nonostante fosse un artista marziale di alto livello ha incoraggiato Geoff a diventare un buttafuori di un night club per affrontare la sua paura.
Le sue esperienze alla porta del night club, unite al desiderio di una vita di essere uno scrittore, lo portarono a scrivere diversi libri e video didattici sulla difesa personale ma non solo.
Personalmente non sono l’esempio migliore per dire agli altri di andare via ma quelle volte che l’ho fatto, quelle volte in cui ho avuto la possibilità di attuare una soluzione fisica e non l’ho fatto andandomene via è stata sempre la scelta migliore anche se probabilmente avevo delle ragioni per giustificarmi e argomentare che ero moralmente e probabilmente anche legalmente autorizzato a farlo.
In verità le situazioni in cui non si può andare via sono poche e rare, spesso anche quando si agisce ci sono le possibilità di liberarsi e andarsene, certo non quando l’escalation ormai è al 300% .
In quel momento e in quella situazioni la risposta violenta è una scelta obbligata, dovevi svincolarti prima e quando diventa una scelta indotta dallo stare lì invece che andarsene, è difficile dopo sostenere e avere il diritto (legge) dalla tua parte.
Quando la violenza è inevitabile e ti viene imposta non puoi scegliere di andartene, è tutta un’altra faccenda e devi rispondere o meglio puoi solo rispondere con estrema violenza.
Questo non è facile soprattutto in una società che sin da piccolo ti ha educato a non essere quello che devi essere in quel momento ma è la strada per sopravvivere, il resto sono chiacchere di chi non vive la strada, di chi ha una visione romantica della malavita, fatta di codici etici e di lealtà, non c’è niente di questo, non per come la si intende, sono codici tra di loro non verso le loro prede.
Da un punto di vista civile, io non sono un grande sostenitore dell ‘”uso limitato di forza” quando vieni aggredito perchè è un concetto poco realistico ma da manuale pratico per gente che legifera senza essere sul campo.
Questo non significa accanirti su un corpo inerme, inseguire un aggressore, ecc. ma semplicemente che per metterti in sicurezza non puoi dosarti perchè non sai dove è il limite del tuo aggressore.
La legge dichiarare che dovresti fare abbastanza per annullare l’aggressione che stai affrontando senza eccedere (la difesa proporzionale all’offesa) ma in realtà misurare una risposta quando sei di fronte ad un uomo furioso, carico di adrenalina, magari sotto sostanze eccitanti o alcol non è semplice.
La gestione dell’aggressore è estremamente difficile, già la parola stessa gestione è complicata perchè in che modo gestisci un pazzo furioso?
Quando metti un petardo nella merda e accendi la miccia non puoi calcolare dove andrà la merda non hai il tempo e quindi non hai tempo per misurare fin dove arriva la merda (aggressore) o quanta merda può colpirti, o ti allontani tanto o copri la merda spegnendo la miccia o la devi distruggere prima che esploda.
Ecco perché è importante impostare mentalmente in anticipo il contesto della lotta.
Se puoi uscirne allontanandoti o se tu presenti soluzioni ragionevoli e alternative (win to win) a un aggressore e lo fai in modo non minaccioso ma lui non riesce ad accettare o ascoltare e queste soluzioni alternative e ripeto non puoi allontanarti e scappare, allora hai l’autorità morale (e nella maggior parte dei casi l’autorità legale) di fare tutto ciò di cui hai bisogno fare per proteggerti.
Se hai cercato di andartene, chiedendo scusa, dicendo che non vuoi litigare, o cercando appunto di uscire o di allontanarti, quindi sia in senso figurato che letterale, e ti è stato impedito di farlo, hai il diritto di affrontare la situazione fisicamente:
- sia preventivamente attaccando per primo,
- che come risposta a un attacco.
Non devi pensarci un solo istante, non farti domande, non cercare altre strade perchè non ci sono più, ricordati che il tuo aggressore non si farà queste domande perchè ha già fatto la sua scelta ed è aggredirti.
Devi essere onesto con te stesso, e devi abbandonare il tuo ego, se hai la possibilità di andartene devi farlo perchè la scelta migliore, devi combattere per sopravvivere non per soddisfare il tuo orgoglio e il tuo ego.
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L’ego nelle aggressioni
La maggior parte delle risse e litigi finiti a botte a cui ho assistito, riguardanti la violenza tra due o più soggetti, sono stati semplici problemi di ego per motivi banali, in cui entrambe le parti non potevano permettersi di non avere l’ultima parola o assicurarsi che l’altra persona sapesse che non lo erano tornare indietro ecc.
Tutte le questioni dell’ego che portano a violenza sono da evitare.
Quando si cerca di giudicare quale sarebbe un livello adeguato di forza in tali situazioni, è difficile discutere, poiché entrambe le parti hanno probabilmente avuto innumerevoli opportunità durante l’incontro, semplicemente di arretrare ma non l’hanno fatto e per questo ora sono in mezzo a un bel casino che potevano evitare.
Queste situazioni saranno difficili da spiegare a un giudice.
Ora che hai voluto ascoltare il tuo ego devi comunque sopravvivere ma avrai delle conseguenze legali sicuramente.
Ora la situazione è diversa se vieni accerchiato da dei bulli, se sei dentro un bar e non ti permettono di uscire, con uno scenario di rapimento dove ti vogliono caricare su un auto per spiegarti che ti sei comportato male,in una situazione del genere hai davvero la possibilità di andarsene?
Mi piace usare l’ooda loop, cioè un metodo semplice per guidare il processo decisionale.
Uno modo semplice da usare quando si decide se usare la forza e quanto è:
- Posso andarmene? Si, Ok fallo, non pensarci allontanati velocemente dal pericolo,
- Non posso combattere (figlio vicino, altro) o non riesci a combattere cerca di chiedere scusa e allontanati.
- Sono in troppi, non posso combattere, devi crearti una spazio per la fuga, scappa.
- Puoi solo combattere. Fallo con la massima violenza!
Quanto a “forza” dovresti usare?
Quanto è necessario per finire il combattimento nel minor tempo possibile rendendo innocuo l’aggressore ma senza accanimento.
Se è a terra svenuto non continuare a colpirlo e colpirlo!
Attenzione non cercare di dissuadere un aggressore dal continuare il combattimento, ma piuttosto cerca di finirli e impedire loro di poter continuare il loro assalto.
Ora, quello che stai facendo è legale?
Ora non è più importante, ora devi sopravvivere, quello lo devi spiegare dopo al tuo avvocato che non avevi la possibilità di non combattere e dimostrarlo a un giudice, ora devi solo combattere senza rischiare o senza considerare il tuo aggressore: ha fatto la scelta tu hai solo una possibilità fare qualunque cosa per sopravvivere.
C’è solo un modo per affrontare la violenza quando non puoi scappare ed è usare la violenza estrema.
Lo so che a qualcuno può non piacere sentire queste cose ma è la dura realtà del combattimento, nature is metal, è l’uomo anche se vive in una società civile dove la sicurezza è stata demandata alle forze dell’ordine e il giudizio a dei giudici, non sempre questo è possibile perchè non sono la tua guardia del corpo e potresti essere costretto a sopravvivere senza il loro aiuto o di altri cittadini (testimoni) ma puoi contare solo su te stesso in quel momento e devi fare quello che è necessario per sopravvivere.
Dopo potrà non essere bello perchè affronterai un processo ma potendo raccontare la tua versione e non sdraiato in un buco.
Stay Tuned!
Street Fight Mentality