In Rete, in televisione, spesso l’aggressività fa da padrona con commenti, tweet, post, status e stories spesso scritti nascosti da un falso profilo o molto anonimo.
Oggi virtuale è diventato reale!
È vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è vero che le persone che vi si incontrano sono reali, e che le conseguenze di certi messaggi o certe culture sono reali al punto da influenzare la realtà.
Quanti episodi di ragazzi bullizzati, stolker, spioni, truffatori, hater, ecc.
Lo sport e il linguaggio trash talk
Anche lo sport non è esente e non solo nel calcio, negli ultimi anni il linguaggio trash talk ha invaso gli sport da combattimento come se fosse una moda con atteggiamenti e frasi irrispettose per l’avversario, per le altre culture, ecc.
L’UFC è pieno di situazioni del genere anche se per fortuna ci sono anche esempi molto positivi.
“Virtuale è diventato reale” perchè la diffusione dei social ormai è pervasivo nella vita di tutte le persone e dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole e invece la gente pensa attraverso i social di poter dire quello che vuole senza nessun filtro, anche le peggio cose..
Questo manifesto vuole cercare di responsabilizzare ed educare gli utenti della rete a utilizzare forme di comunicazione non ostile e far prendere coscienza che l’ostilità del mondo virtuale ha conseguenze nel mondo reale, gravi e permanenti nella vita delle persone.
Personalmente ritengo che è necessario che siano aggiornate legislature e regole nel mondo virtuale!
Le 10 regole della comunicazione non ostile
1. Virtuale è reale
Sport è dare sempre il meglio di sé. Per questo sia in gara, sia nella vita e nel mondo virtuale, sostengo i valori della correttezza, della condivisione e del rispetto.
2. Si è ciò che si comunica
Da atleta, da tifoso o da commentatore, so che i miei discorsi dicono chi sono, e quanto credo nello sport che amo. Faccio sì che siano forti, leali, onesti e gentili.
3. Le parole danno forma al pensiero
Cerco sempre parole giuste. Governo l’adrenalina e l’emozione con il rigore del mio pensiero. Controllo i toni perché lo spirito sportivo vinca anche nella sconfitta.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Mi alleno ad ascoltare.
Ascolto l’allenatore, l’arbitro, i compagni.
Come ascolto le lodi, e ascolto le critiche.
Ascolto il mio corpo.
Ascoltando divento più forte e migliore.
5. Le parole sono un ponte
Lo sport è un linguaggio che tutti capiscono e il messaggio dello sport è potente: faccio sì che sia positivo, pieno di speranza. Che ispiri le persone. Che le unisca.
6. Le parole hanno conseguenze
Le mie parole hanno peso e valore: possono influire su molte persone rendendole peggiori o migliori. Dunque, anche in piena emozione agonistica parlo con misura.
7. Condividere è una responsabilità
Sono responsabile dei contenuti che condivido. Esalto la sapienza tecnica, la bellezza, l’armonia, le storie che rincuorano. Condanno il tifo cieco, cattivo e ostile.
8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Nello sport non esistono nemici, ma solo avversari: li rispetto perché, senza di loro, non c’è gara. Rispetto regole, arbitri e giudici: sono i garanti della mia passione.
9. Gli insulti non sono argomenti
Ricordo che lo sport è fair play: gioco leale. L’agonismo è confronto positivo, mentre l’insulto è debole, vigliacco, incivile. Aggredire è il contrario di competere.
10. Anche il silenzio comunica
Il silenzio vince: è concentrazione e autocontrollo. Evito le parole vuote e inutili. Quelle violente non mi servono: so dimostrare la mia forza e il mio valore con i fatti.Se credi che le parole abbiano un peso e un valore condividi questo decalogo su Facebook, Instagram e sugli altri social che usi.
Conclusioni
Ora se devo essere sincero lo trovo un modo curioso di comunicare, un modo molto soft ed è una forma che apprezzo ma voglio fare alcune osservazioni personali da chi opera in contesti dove il rispetto delle regole e l’etica “è una opinione”.
Un cambio culturale è necessario ma ritengo purtroppo che questo livello di comunicazione sia rivolto a persone civili, con una etica e una morale di rispetto verso la società.
Persone che hanno già all’interno questi approcci alla comunicazione e con dei valori verso lo sport.
Chi necessita realmente di questo decalogo sono persone che difficilmente comprendono questo messaggio comunicativo.
Lo dico con il massimo rispetto per questa iniziativa ma come già più volte è capitato sembra quasi che si dimentica con chi si ha a che fare.
Alcune tipologie di persone comprendono solo due elementi:
- Vantaggi
- Paura
Ora questa linea soft educativa va bene ed è giusto intraprenderla ma credo che alle persone che sono abituate a giocare da dietro una tastiera faccia in qualche modo fare una sadica risata.
Che sia chiaro sono dalla parte di chi ha fatto questo manifesto, ma è importante conoscere chi c’è realmente dall’altra parte della tastiera, non sono persone a cui basta dire che è sbagliato e che il buon comportamento è questo.
Credo comunque che sia utile che si facciano delle iniziative che aiutino le persone a comprendere i comportamenti corretti per evitare che si facciano delle errate interpretazioni che giustifichino comportamenti errati anche semplici senza entrare in episodi più gravi di comunicazione social.
Credo che sia necessario riscrivere delle regole nell’utilizzo dei social come per esempio, dentro la tua pagina fai quello che vuoi ma se devi commentare fuori dalla tua pagina, su altri siti, ecc. o su altri profili social , ecc. è necessario fornire delle generalità ufficiali al gestore del portale e che tutti i cittadini abbiano una PEC ma credo che questo non si voglia perchè ufficializzerebbe anche politicamente molte iniziative e a quel punto il mondo virtuale è reale!
Stay Tuned!
Andrea
Se ti è piaciuto quello che hai letto e ti è stato utile prima di uscire dalla pagina condividi l’articolo tramite i tasti social che vedi in alto e commenta. Grazie davvero!
Importante! Ti chiedo ancora un piccolo sforzo ma per me è utile per il progetto, clicca mi piace sulla pagina facebook e al canale Instagram.