Contents
- 0.1 Ma come era una bestia a picchiare?
- 0.2 Quando qualcuno scopre per un motivo qualsiasi la necessità di imparare a difendersi, le opzioni sono sempre due più una:
- 1 La moda nelle arti marziali
- 2 Devi specializzarti
- 3
- 4 Volendo suddividerle in grandi e ampie categorie, puoi dividerle in 4 gruppi:
- 5 Street o sport, è un falso problema che divide
- 5.1 Spesso per molti è una scelta casuale.
- 5.2 Vuoi accelerare?
- 5.3 Tutto vero quello che viene detto?
- 5.4 I risultati sono stati sconfortanti:
- 5.5 Essenzialmente una decina di cose:
- 5.6 Se l’aggressore manifesta in anticipo l’intento di colpire hai in teoria il tempo di fare qualcosa (anche scappare) in questo ordine di efficacia:
- 5.7 I calci sono abbastanza rari nei combattimenti da strada e raramente arrivano sopra il ginocchio, i tuoi bersagli devono essere:
- 5.8 Alzare troppo la gamba comporta alcune importanti controindicazioni:
Le arti marziali per la difesa personale.
The warriors way for self defence e la via delle arti marziali per la difesa personale.
Molto spesso le pratica delle arti marziali viene propagandata come un metodo di autodifesa ma in questo articolo troverai tutto quello che il tuo istruttore di arti marziali non ti dirà mai.
Quello di cui voglio parlarti è il rapporto tra sport da combattimento / arti marziali e la difesa personale, un legame intrinseco dove il primo è funzionale al secondo e di cui non puoi fare a meno ma con la consapevolezza che quando affronti il tema della difesa personale devi switchare in un concetto totalmente differente, un reset mentale che non tutti riescono a fare.
L’esperienza sul “campo” insegna che la conoscenza di tecniche di combattimento tipiche di alcuni sport da combattimento e arti marziali un pò troppo “raffinate” non danno reali chance di vittoria, specialmente quando ad affrontarvi è un vero picchiatore da strada.
Ora voglio però fare una premessa, questo discorso mi annoia spesso perchè un picchiatore da strada nell’immaginario collettivo è un animale, ma questo animale per farsi quella fama significa che ha fatto molta esperienza quindi significa che stai affrontando un avversario temibile, significa che fisicamente è forte, agile, veloce o semplicemente molto cattivo e vigliacco.
Se uno ti si avvicina e ti chiede l’ora o una sigaretta e ti sferra un pugno, non c’è arte marziale o sport da combattimento che tenga, ed è lì che nasce lo switch della difesa personale dove le tue conoscenze di fronte a uno sconosciuto ti fanno attuare delle posture, una distanza, una posizione, un certo tipo di attenzione al contesto che ti possono fare evitare di dare la possibilità al “picchiatore” di colpirti quando meno te lo aspetti.
Ora non voglio entrare nella questione specifica dell’aggressore, perchè può essere fisicamente diverso, può essere armato, avere un complice, ma appena ti rendi conto e la tua guardia è alta e sei mentalmente settato che sei in pericolo e devi difenderti le cose cambiano totalmente anche per il tuo aggressore perchè sa che se vuole avvicinarsi a colpire ora lo deve fare con un’altro che colpisce lui, e se tu sai come fare anche per lui diventa un problema!!
Soprattutto se hai seguito una formazione dove c’è un buon bilanciamento di sparring nelle sessioni di allenamento.
Sto parlando di mano nuda contro mani nuda ma .. qui il tema del post ha un focus sulla difesa personale.
Sai cose succede, se reagisci e l’aggressore capisce che la situazione si complica?.
Che il picchiatore tira fuori un’arma, prendendo un taglierino, un coltello, un bastone, ecc.
Ma come era una bestia a picchiare?
Si ma raramente come combattimento one to one dove entrambi sanno che si devono picchiare o più in situazioni di vantaggio numerico.
Ora ti dico questo perchè probabilmente se vieni aggredito da qualcuno lui si sente più sicuro, perchè è grande e grosso, ti vede piccolino, ecc.
Diversamente non sarebbe mai venuto a meno che è un killer che viene lì pagato per ucciderti!!
Ma non credo che siamo in questa situazione.
E allora, come mai tutto questo?.
Quando qualcuno scopre per un motivo qualsiasi la necessità di imparare a difendersi, le opzioni sono sempre due più una:
- la via “facile” e pericolosa delle armi, magari con un coltello da cucina infilato in borsa,
- oppure iscriversi in una palestra di arti marziali, ma dove bisogna sgobbare per anni e dove spesso o ci si stufa presto e si lascia perdere ogni velleità combattiva per impegni vari oppure ci si appassiona e si intraprende la via delle arti marziali cercando come meta la cintura nera (un consiglio?? Cerca le abilità, la cintura è una gratificazione ma mai come la conoscenza e la consapevolezza di saper usare quello che sai).
- Alternativa, pagare qualcuno che lo fa per te (non hai il controllo e dipendi da qualcun’ altro ma rimane una soluzione adottata da molti in diverse forme)
Tanta fatica, sperando che ne valga la pena.
Non può bastare questo lo so, vuoi sapere nel tuo più profondo intimo se sei realmente in grado di affrontare una aggressione.
- Ma chi non ha visto i film di arti marziali o di agenti speciali?
- Chi non è rimasto affascinato da tanta abilità nel combattimento?
Ti eccita l’idea di avere quelle capacità, di stendere un energumeno, o un gruppo di teppisti o difendere la tua fidanzata.
L’idea che la conoscenza di una segreta tecnica marziale possa trasformarti in un super uomo ha contagiato più di uno, creando legioni di entusiasti per una arte o per un’altra anche per via di una scia interminabile di film cinematografici, senza contare l’interesse speculativo nell’aprire corsi e palestre, il fiorente business delle scuole.
La moda nelle arti marziali
E dagli anni ’70 che periodicamente spuntano nuovi stili e metodi dai nomi spesso alla maggior parte della gente sconosciuti: judo, karate, tae-kwon-do, boxe, aikido, thai boxe, Vale Tudo, Kung Fu, Viet Vo Dao, Jiu Jutsu, Wrestling, Kali, Jeet Kune Do, Wing Chun, Kickboxing, krav maga, ecc. solo per citarne alcune… fino ad arrivare a nomi inventati di puro marketing di gente che si inventa le loro arti marziali e ognuno vuole vendere che la sua è meglio di un altra.
Insomma, tante scuole, tante arti, “tante verità”, forse troppe per chi vuole scegliere e senza avventurarci nel discorso delle reali capacità di istruirti del maestro dove anche lì ci sarebbe molto da dire con il rischio che tu passi mesi se sei fortunato o in alcuni casi anni imparando cose inutili e fantasiose, che non hanno di fatto evolvere le tue reali capacità di saperti difendere e di picchiare con efficacia.
Ora mi spiace deluderti, ma non funziona cosi!!
In qualche modo qui arriviamo a parlare della filosofia che c’è dietro il progetto expert fighting e dell’approccio e metodo didattico che mira a sviluppare delle abilità andando a lavorare sulle singole arti nei vari settori (Striking, Lotta, Armi), quindi non un invenzione marziale ma un approccio sistematico che va a sviluppare specifiche abilità e le amalgama.
Uno dei principi fondamentali è sviluppare delle abilità lavorando sui settori, ma questo non significa inventarsi “un nome” e buttarci dentro delle tecniche ma lavorare sulle singole arti, questo è impegnativo?
Si, ma questo è il metodo per imparare.
Devi specializzarti
Questo significa che per esempio se vuoi imparare la parte di:
- Striking devi scegliere una delle arti di striking come pugilato, muay thai, ecc.
- Lottare devi scegliere una delle arti di lotta come Brazilian Jiu Jitsu, Judo, Grappling, Sambo, ecc.
- Armi da taglio e percussive devi scegliere il Kali filippino, Silat, Scherma Corta, Fencing, ecc.
- Armi da fuoco devi fare scuola di tiro e Krav Maga.
- Situazioni di aggressioni e Psicologia del combattimento devi scegliere anche il Krav Maga. Perchè ti dico anche?. Se non integri altre arti non ti servirà a nulla resterai un teorico.
Quello che cambia è il metodo didattico che viene usato in expert fighting, non l’arte marziale. Un approccio differente!
Quando si parla di difesa personale c’è qualcosa di molto importante da integrare che è l’aspetto NO RULES, quindi situazionale, tattico e strategico che non è lo sport.
L’approccio si basa su metodi didattici professionali per sviluppare su di te gli attributi e le qualità fisiche, psicologiche e comportamentali necessarie per trasformati e plasmarti, per sviluppare delle qualità funzionali.
Studiare tecniche e renderle funzionali in un contesto non cooperante.
Questo vale sia che il tuo interesse è solo lo sport da combattimento e sia se si tratta di difesa personale anche se nel secondo caso la complessità delle possibilità richiede un lavoro specifico che va oltre la tecnica e l’allenamento fisico perchè subentrano attenzioni particolari, malizie, e strategie che devono essere studiate specificatamente.
La difesa personale sono le vere MMA!!
Come puoi capire ognuno ha un suo percorso e non può essere uguale per ragioni ovvie, come:
- l’età,
- la condizione fisica
- estrazione sociale
- psicologia
- capacità psico motorie (le motricità)
- ecc.
Sono anni che lavoro su un metodo didattico funzionale, dove ognuno ha un percorso step by step ma costruito su misura.
La parte più divertente in qualche modo non è il ragazzino che è più semplice da formare ma un quarantenne che dopo qualche anno non crede a se stesso di come è cambiata la sua vita in meglio, perché si, l’arte marziale ti rende migliore in ogni aspetto della tua vita.
Ora, parlare di arti marziali senza specificare in che settore e che arte, è come parlare del nulla perché non stai identificando quale arte e non tutte si approcciano al combattimento allo stesso modo e con la stessa finalità andando a mettere come priorità degli aspetti che magari non sono di tuo interesse.
Volendo suddividerle in grandi e ampie categorie, puoi dividerle in 4 gruppi:
Discipline di striking, eventualmente anche con l’impiego di calci oltre che di pugni.
Rientrano in questo gruppo la maggior parte delle arti marziali più conosciute, come il Pugilato, il Tae-Kwon-Do, la Muay Thai, la Kick Boxing, ecc.
Molte di queste discipline hanno un impiego anche di tipo sportivo, talvolta olimpionico, e sono spesso oggetto di tornei.
Discipline di lotta, come il judo, la lotta libera o la lotta greco-romana.
In queste tecniche, in genere non vengono portati colpi, come pugni o calci, ma ci si “limita” a prese, strangolamenti, leve articolari, proiezioni, ecc.
Discipline da difesa personale, come il Jeet Kune Do, il Kali filippino, il Krav Maga e il Wing Chun.
Tali discipline difficilmente hanno un’applicazione di tipo sportivo-agonistica, in quanto la loro pratica comporta l’uso di tecniche “proibite” o comunque non applicabili in un contesto che preveda la salvaguardia fisica dell’avversario.
Attenzione!!
Devi integrare sport da combattimento a queste arti perchè difficilmente riesci a comprenderle e rischi di rimanere un teorico dell’arte marziale e non ha senso!!.
Discipline tradizionali o di altro genere, come il Karate, l’Aikido, il Kung Fu, che eliminano la componente aggressiva dell’arte da combattimento, per utilizzare esclusivamente l’aspetto di esercizio fisico ed armonia dei movimenti insito nell’arte medesima, con forme e infinite ipotesi di attacco preconfezionate ma poco adattabili al caos del combattimento.
Anche se alcuni stili sono più “duri” il tempo speso nelle forme rispetto all’aspetto pratico sbilancia queste arti marziali in coreografie difficilmente applicabili nella realtà con un picchiatore.
Discipline Miste come le MMA (Mixed Martial Arts) , che io però vedo come l’integrazione e transizioni di singole arti per passare da piani di lavoro verticali ad orizzontali.
Quindi lo studio deve essere più nelle transizioni che collegano le varie arti più che ha dei “corsi di M.M.A.“.
Tu devi studiare arti di striking e di lotta dopodichè studiare le transizioni ed ecco che ottieni le MMA.
Così erano all’origine, i corsi di M.M.A. non esistevano.
(Oggi ne conosco solo uno che li può fare e si chiama Erik Paulson).
Con queste 5 grosse categorie puoi già iniziare a orientarti per poi andare nel dettaglio.
Mi sembra ovvio che se il tuo obiettivo è imparare tecniche per difenderti da un picchiatore da strada, il Tai Chi non dovrebbe essere la prima opzione, a meno che tu non vuoi credere alle favole, anche se devo dirti che qualunque arte marziale antica spesso è stata snaturata e quindi non è da escludere che si siano perse le reali applicazioni di combattimento.
Ps. Attenzione questo non significa che il Tai Chi non ti possa insegnare delle cose importanti per la tua arte marziale di striking.
Oggi devi considerare che il combattimento a mani nude si è evoluto e alcune arti sono diventate obsolete per non parlare dei metodi di allenamento e le attrezzature, quindi come ogni cosa anche se è vero che l’uomo è rimasto geneticamente simile in realtà ha sviluppato con l’esperienza un bagaglio tecnico che gli permette di migliorare le sue performance grazie a una maggiore conoscenza del suo corpo e soprattutto un nuovo approccio al metodo di allenamento.
Quando inizi a informarti verso una scelta di un’arte marziale una delle prime cose che devi chiederti è:
- Per quale scopo la vuoi imparare?,
- quali sono i tuoi gusti? e
- quanto tempo hai da dedicarci?.
L’approccio dello sport da combattimento e della difesa personale hanno un percorso diverso anche se il secondo per diventare funzionale ha bisogno di allenamenti sportivi.
Se il tuo gusto è esclusivamente orientato alla lotta a terra ma ti interessa la difesa personale è una cosa bellissima però è importante che pratichi anche uno sport di striking.
Non me ne vogliano i cultori delle discipline tradizionali, so perfettamente che al mondo esistono degli autentici fenomeni in grado di disarmare un aggressore con l’eleganza e la “gentilezza” di queste tecniche millenarie, ma si tratta di eccezioni ben al di fuori della portata dell’uomo e della donna medi.
E’ inutile spiegare alle persone qualcosa che mediamente solo pochi al mondo sono in grado di fare, a meno che tu scopri come tirare fuori queste capacità.
Tu vuoi imparare veramente?.
Penso di si.
A me piace molto lavorare su “persone normali” , gli atleti ad esempio dell’UFC sarebbero stati dei killer anche se facevano i panettieri, ci sono persone che hanno già dentro certi skill, indipendentemente dall’arte marziale, ma non possono essere solo quelli i tuoi riferimenti, a meno che tu creda che Messi giochi così a pallone perché a fatto la scuola calcio in una buona squadra, i campioni hanno già dentro qualcosa che tu non hai, o forse hai, ma non è questo l’approccio corretto che devi avere, è importante che tu fai il tuo percorso per riuscire a tirare fuori certi skills.
E’ chiaro che il mio consiglio come scelta marziale, se il tuo interesse è la difesa personale, va verso discipline decisamente orientate al combattimento “reale” , che prevedano un addestramento a mani nude e con armi, contro avversari singoli o gruppi di avversari, all’interno di contesti e situazioni, ecc. anche se ti dico che per sviluppare molti skills non c’è altro modo che attraverso lo studio di discipline più sportive.
Street o sport, è un falso problema che divide
Se sei molto giovane una buona scelta è iniziare a studiare sport da combattimento, e arti di lotta e con il tempo crescendo con l’età orientarti verso scelte più consapevoli in base ai tuoi interessi marziali, che possono anche andare verso uno studio più approfondito della difesa personale.
Il mio percorso è stato all’incirca quello.
Sono consapevole del fatto che oggi è difficile districarsi tra tanta offerta, ma è anche vero che se guardi in YouTube oggi puoi sapere qualcosa di più di ogni arte marziale che ti incuriosisce.
Immagina che ti piacciono le arti marziali tradizionali e hai le idee chiare e sai già che cosa scegliere (magari perché qualche tuo amico pratica quella particolare disciplina), ti basterà girare un paio di palestre per accorgerti che “imparare il karate” o “imparare il Kung Fu”, tanto per fare un esempio, non è come imparare altri sport.
Quando dici Karate o Kung Fu, significa far riferimento a decine di stili e sotto stili, dialetti talvolta incompatibili ed incomunicabili tra loro, per cui il karate, sempre per fare un esempio, consiste in una moltitudine di metodi, quali lo Shotokan, il Wado Ryu, lo Shito Ryu, il Goju Ryu, solo per citare i più famosi.
Con il Kung Fu è ancora peggio, i dialetti e sottodialetti di questa arte marziale sono veramente innumerevoli, con stili che vanno dal terribile Wing Chun all’innocuo e rilassante Tai Chi.
Tu che stile di quella arte prediligi?.
Spesso per molti è una scelta casuale.
Sinceramente trovo che da bambini sia molto formativo lo studio di un’arte marziale tradizionale mentre con il tempo credo che sia una ostinazione inutile e che è meglio che esplori arti marziali più moderne, quelle tradizionali fallo per passione, per cultura, per interesse, per amicizia.
Anche in questo caso la scelta non è semplice, ti stai tuffando in un mondo di corsi, nomi esotici, e stupidaggini incredibili, qui i venditori di pentole ci sguazzano.
Ogni disciplina si “vende” un campionario diverso di certezze per accaparrarsi il titolo di arte marziale definitiva con i suoi particolare pugno, le sue gomitate, i calci devastanti, per non parlare dell’uso di armi, coltelli e bastoni.
Ps. Tu conosci qualcosa nella vita che che offre un pacchetto completo? Dove lì trovi tutto?
Come e non bastasse, al seguito di ciascuna disciplina sono sorte decine di scuole e federazioni, ognuna con il proprio credo ed interpretazione su cosa consista “veramente” la loro arte marziale.
Chi ca..o sei tu per inventarti una arte marziale?. Sei per caso Bruce Lee? sei per caso Dan Inosanto, neanche lui lo ha fatto e lo vuoi fare fare tu?
Il risultato è che quasi sempre in ogni palestra si insegna il contrario della palestra che si trova dall’altro lato della strada di fronte e che insegna la stessa arte marziale chiamato in un’altro modo e magari con lo stesso stile mettendo dentro cavolate marziali.
Inutile dire che ogni maestro rivendica la bontà del proprio metodo e considera scemenze tutto ciò che viene insegnato altrove.
Che l’unico al mondo è lui, tenutario della verità.
Se scegli una qualsiasi arte marziale per imparare a difenderti in un contesto di difesa personale è sbagliato perchè la tipologia di arte è importante ma comunque occorre impegno e anni di allenamento per iniziare ad avere una chance di sopravvivenza in combattimento.
Vuoi accelerare?
C’è un solo modo, devi allenarti almeno 3 ore tutti i giorni, due volte alla settimana 1,5 ore non è una via molto veloce e realistica anche se meglio di niente e capisco che gli impegni della vita portano a fare delle scelte ma dipende quali sono le tue priorità, ma non credere che 3 ore alla settimana di allenamento siano sufficienti, a meno che tu fai un one to one con un istruttore e fai altri allenamenti funzionali negli altri giorni.
Il lavoro tecnico e di condizionamento nelle arti marziali è tra i più complessi e articolati che esistano.
L’allenamento tradizionale potrebbe per alcuni risultare piuttosto monotono e ripetitivo in quanto è basato molto sulla ripetizione di migliaia di volte dello stesso movimento per acquisire quella “memoria muscolare”, quei riflessi capaci di farci reagire senza pensare quando il pericolo si presenta.
Non è così, il segreto sta nel riconoscere gli input, il riflesso condizionato parte da questo principio ed è per questo che Lee aveva abbandonato le forme come metodo di allenamento.
E allora ripetere infinite volte lo stesso movimento, lo stesso pugno, tirato al vento o contro un sacco indifeso, giù a ripetere lo stesso calcio, stendendo la gamba, ruotando l’anca, piegando il ginocchio in appoggio, ecc. allenamenti estenuanti fisici ecc servono?.
Come preparazione atletica e condizionamento si, ma per il combattimento no!!
Tutto questo in cambio di cosa? Che cosa si ottiene veramente?
- Maggior sicurezza?
- Migliore forma fisica (anche se non mancano i casi di “malattie professionali”, come i ben noti problemi al ginocchio che affliggono molti praticanti di karate o “karateki” grazie all’uso di tecniche e posture innaturali)?.
- Miglior benessere?
- Disciplina interiore?.
- Maggiore equilibrio psicofisico?.
- Una migliore capacità di autodifesa in caso di attacco?.
Tutto vero quello che viene detto?
C’è da dire che le possibilità di incrementare il proprio benessere psicofisico lo puoi trovare in qualsiasi altro sport di fitness, anzi, molte arti marziali sono molto carenti sui metodi di preparazione atletica, costringendoti se vuoi curare questo aspetto a integrare l’attività fisica con ore extra di attività aerobica.
Il mio consiglio è di fare la preparazione atletica a parte
E cosa dire poi del motivo che, inutile negarlo, spinge i più ad apprendere un’arte marziale?
Non credo che questo motivo sia filosofico o contemplativo: chi inizia un’arte marziale il più delle volte lo fa perché vuole imparare a picchiare (ops!! scusa a difendersi suona meglio).
Ormai sono più di 20 anni che entro ed esco da palestre varie e sotto vari istruttori, penso quindi si essermi fatto un’idea.
Stranamente, e contrariamente a quello che la logica vorrebbe, il partecipante medio di una palestra di arti marziali non è un soggetto abbruttito e desideroso di sangue (anche se non mancano personaggi del genere).
Molte volte, invece, il praticante marziale medio è il soggetto “sfigato” nel fisico e/o nel carattere: magro, con gli occhiali, esitante quanto basta per essere classificato come vittima predestinata in uno scontro senza regole (come lo sono i veri combattimenti), oppure è la ragazza che si convince, incoraggiata in questo dal suo istruttore privo di scrupoli, che il padroneggiare delle improbabili tecniche, più simili ad un balletto che ad un vero corpo a corpo, la renda più “sicura” per strada.
Purtroppo non è così, e questo non vale solo per i più inesperti praticanti, ma anche per i loro maestri ed istruttori.
Molte esperienze, come quelle del Rocky Mountain Combat Application Training (RMCAT), hanno dimostrato che la “semplice” conoscenza di un’arte marziale, per quanto completa ed avanzata, non comporta significative chance di sopravvivenza in un contesto specifico che lo richieda come la difesa personale.
Sono stati svolti degli esperimenti al riguardo e l’esito non sembra lasciare spazio a dubbi.
Il metodo che è stato utilizzato consiste nel convocare un gruppo di volontari esperti di arti marziali di diverse discipline e con un livello tecnico che andava dalla cintura nera al praticante avanzato o istruttore.
Le persone di questo gruppo, una alla volta, vengono fatte entrare in una specie di ring dove si trovava un “vero” picchiatore, mascherato e vestito con una speciale tuta imbottita che protegge tutto il corpo e la testa.
Le istruzioni sono quelle di non attaccare fintanto che l’energumeno che fa l’aggressore che viene verso di te con comportamenti ostili e pesanti insulti, non ti tocca o ti attacca.
In caso di attacco chiaramente puoi contrattaccare con tutte le forze e con qualsiasi tecnica che vuoi, non ci sono limiti.
I risultati sono stati sconfortanti:
- In quasi tutte le simulazioni l’aggressore ha avuto la meglio. L’energumeno mascherato che simula l’aggressore, dopo aver insultato pesantemente il soggetto, lo ha attaccato improvvisamente imponendosi sul malcapitato.
- In pochissimi casi i partecipanti dell’esperimento sono riusciti a reagire tempestivamente ed in modo efficace e stoppare l’aggressore.
- Nella maggior parte dei casi, le reazioni sono state oltre che inutili ma scomposte, impacciate e comunque non in grado di fermare la furia dell’attacco.
Che cosa ha insegnato quest’esperienza?
Essenzialmente una decina di cose:
- La padronanza tecnica è quasi inutile se a questa non si abbina una adeguata preparazione psicologica, specialmente per quanto riguarda il controllo emotivo della paura e la capacità di liberare al momento giusto tutta la propria aggressività.
- Le arti marziali in determinati contesti sono ininfluenti, nei combattimenti da strada, dove il contesto è “senza regole” e ogni colpo è valido. Già il fatto che l’aggressore parte per primo mette un limite importante che invalida molte delle tue capacità marziali. Questo significa che devi sempre anticipare l’aggressione, cogliere l’attimo prima che segnala che sta per attaccarti o adottare delle posture e posizioni che limitano la capacità dell’aggressore di avvicinarsi e colpirti d’improvviso senza che te lo aspetti, perchè è questo che cerca un aggressore, non ti avviserà mai dicendoti ora ti colpisco!!
- Raramente ci si allena a tirare con precisione e forza un calcio all’inguine, anzi il più delle volte è proibito in molti sport e arti, come non è ammesso infilare dita negli occhi o mordere e a usare il dirty boxing o illegal boxing.
- Molte arti marziali sono iper complicate se applicate nel contesto della strada dove è un assalto furioso, una scarica di colpi. In alcune discipline, l’allievo impara dozzine di movimenti, rotazioni, posture e tecniche inutili.
- Solo i movimenti più semplici, rapidi e diretti, come alcune tecniche di pugno, hanno effettive possibilità di impiego per strada.
- La tua capacità di movimento, footwork, diventa fondamentale.
- Conoscere decine di tecniche rappresenta per alcuni una limitazione quando si deve reagire in fretta, non sanno cosa fare, rimangono impacciati.
- Incapacità di riconoscere i segnali che anticipano l’aggressione
- Incapacità di conoscere gli input di un colpo per rendere efficace la difesa e la reazione.
- Non conoscenza di tecniche di lotta a terra.
Meglio conoscere una sola tecnica di pugno ed usarla bene ed in modo istintivo?.
Può essere ma non è proprio così, per combattere semplice è necessario una padronanza tecnica importante e conoscere una cosa sola non è sempre adattabile a tutti i contesti di difesa personale.
Quando il tuo aggressore è reale e compare improvvisamente mentre eri tranquillo in relax e non è l’amico in palestra dove ti alleni ma un pazzo violento e incarognito, la tensione che si crea in un istante cambia tutto il contesto e le tattiche e le strategie che hai simulato in palestra possono tranquillamente saltare perché la tua capacità di pensare diventa quasi nulla.
La maggior parte dei picchiatori delinquenti è gente che in palestra non c’è mai andata, ma ha imparato a picchiare in qualche rissa con gli amici o in galera e sa esattamente che cosa funziona e che cosa no.
Spesso hanno imparato a tirare un unico colpo che sa che funziona perché lo ha visto fare, come un pugno al mento, e sanno usare solo quella tecnica ma con l’inganno: si avvicinano, con una scusa qualsiasi, ad un certo punto colpiscono senza preavviso, cercando fino all’ultimo di non far trapelare le loro intenzioni.
Non è un approccio sportivo ma più una vigliaccata, se può ti colpisce alle spalle, o mentre ti chiede scusa.
L’aggressione solitamente è una trappola, non si tratta di combattimento nel vero senso della parola.
Purtroppo i picchiatori di strada non agiscono così: non assumono neppure una vera posa pugilistica.
Sembrano parlarti normalmente, muovono le mani con naturalezza, tenendole a media altezza, senza eccessiva enfasi e senza serrare i pugni.
Intanto si avvicinano. E quando sono sufficientemente vicini… ti colpiscono violentemente con un pugno!
Un colpo così non può essere parato.
Ve lo ritrovate in faccia prima ancora di averlo visto arrivare.
E’ dimostrato.
E chi dice il contrario, non sa quel che dice.
La distanza minima per avere una reazione deve essere di almeno 1,5 metri.
Che cosa significa?.
Che per colpirti deve fare un movimento e il colpo, se la distanza è il semplice colpo se tira ti prende.
Per questo la distanza e il footwork sono due elementi fondamentali.
Ps. L’unica possibilità che hai è che tiri un colpo “telegrafato” che è un colpo che viene “caricato” e pertanto “ti avvisa”:
il braccio viene portato indietro per caricare il colpo, con il gomito ben dietro alla spalla, il muscolo si carica come una molla, e il pugno schizza in avanti per colpire.
Alcune arti tradizionali adottano questa enfasi nel caricare il pugno, e chiaramente queste arti insegnano le parate, sicuramente sono colpi forti ma molto visibili.
Un colpo così caricato può, in linea teorica, può essere parato perchè il movimento preparatorio del colpo, per quanto rapido, è in grado di metterti in stato di warning!!.
Se l’aggressore manifesta in anticipo l’intento di colpire hai in teoria il tempo di fare qualcosa (anche scappare) in questo ordine di efficacia:
- Anticipo
- Schivo e colpisco contemporaneamente
- Paro e colpisco contemporaneamente
- Schivo e dopo colpisco
- Paro e dopo colpisco
Chiaramente la condizione migliore è l’anticipo, non ha caso l’aggressore cerca sempre di avvicinarsi e colpire che non te lo aspetti. Come vedi parare è al terzo posto.
Purtroppo i picchiatori di strada non agiscono così: non assumono neppure una vera posa pugilistica.
Sembrano parlare normalmente, muovono le mani con naturalezza, tenendole a media altezza, senza eccessiva enfasi e senza serrare i pugni.
Intanto si avvicinano.
E quando sono sufficientemente vicini… TI COLPISCONO!!
Malgrado queste cose si sappiano ci sono “istruttori di difesa personale”, magari anche noti maestri nelle loro discipline, che continuano ad insegnare ai loro allievi come farsi picchiare da uno sconosciuto spiegando che prima devono parare (parata alta, parata media, parata bassa), poi contrattaccare (pugno alto, pugno medio, ecc…), secondo uno schema che, nei loro allenamenti funziona, poi quando provano a fare dei test o dello sparring sembrano impacciatissimi.
DEVI ANTICIPARE!! COLPISCI TU PER PRIMO.
Per quanto riguarda i calci?.
Come regola generale nella difesa personale devi tirare solo calci bassi, mai sopra la cintura. Niente calci medi e assolutamente NO CALCI ALTI!!
Se vuoi usare le gambe usale per scappare!!
I calci sono abbastanza rari nei combattimenti da strada e raramente arrivano sopra il ginocchio, i tuoi bersagli devono essere:
- la tibia,
- il ginocchio
- i genitali.
Ora non significa che non è possibile tirare calci più alti o addirittura degli high kick o altro ma il ragionamento è basato su quello che devi fare tu, ma se una ha delle particolari abilità non significa che non sia efficace, ma probabilmente ha delle caratteristiche atletiche e esperienze che tu hai?.
I calci alti per via della distanza del bersaglio necessitano di un timing incredibile per colpirlo al viso, oppure una finta molto convincente o una combinazioni con in coda un high nick che richiedono molta esperienza perché un conto e farlo con uno mezzo ubriaco che sta lì fermo e un conto con uno che ti sta attaccando con una scarica di pugni.
Alzare troppo la gamba comporta alcune importanti controindicazioni:
- Alzando troppo la gamba si espongono i genitali che, come è noto, sono uno dei bersagli preferiti nei combattimenti da strada.
- La gamba è più lenta del braccio. E’ un colpo più potente ma meno preciso e veloce e mentre tiri un calcio rischi di essere raggiunto da tre pugni.
- Il tuo equilibrio viene compromesso. Per un attimo sei in bilico su una gamba sola ed in più il terreno di appoggio potrebbe non essere regolare e con un buon grip come in palestra, le scarpe potrebbero non essere adatte (suole liscia).
- I tuoi vestiti potrebbero essere stretti e non adatti per tirare calci alti, impedendoti i movimenti (Jeans stretti, gonna lunga, ecc.
- Potresti essere molto freddo e strapparti da solo.
Malgrado queste considerazioni, si vedono ancora istruttori che continuano a insegnare queste tecniche tradizionali in un contesto totalmente diverso dove il focus non è sicuramente quello di cercare un KO con un high kick.
Ora non voglio che pensi che voglio mettere limiti a qualche tecnica ma voglio che tu sappia la verità, poi che ci sia uno che stende tutti con gli high kick, nel cinema abbiamo molti esempi, ma al cinema, nella realtà il gioco è più “semplice”.
Quindi visto che sei davanti a una o più “teste di cazzo”, il calcio più alto che devi tirare sai dove è..
Ora al di là dei colpi e delle tecniche quello che voglio che comprendi è che non è l’arte a fare la differenza ma sei tu , facendo un grosso lavoro di preparazione atletica perché è un aspetto importante e con una arte marziale che ti fa sviluppare degli skills importanti nel combattimento.
L’arte marziale deve essere funzionale a te e alle tue caratteristiche non l’incontrario, deve essere funzionale ai tuoi obiettivi. Non devi studiare per imparare quella arte per il suo nome o per moda ma per imparare le tecniche che ti permettono di fare determinate cose.
Appassionarsi poi è una conseguenza.
Tu vuoi la cintura nera, la famosa black belt o saper usare le tecniche?.
Perché per prendere la cintura “basta” frequentare, per imparare a combattere servi tu.
Ps. Ora non pensare che sia semplice prendere una black belt perché comunque richiede impegno ma voglio che la ricerca sia sull’efficacia e non su un simbolo che è bello e gratificante ma solo se è pieno di capacità.
Non bisogna essere ipocriti perché lo sai anche tu che non tutte le cinture nere o allievi avanzati sono uguali, c’è chi studia per il livello e c’è chi studia per imparare a fare funzionare le tecniche.
Il risultato sono una black belt e l’altro un fighter indipendente dal colore della cintura.
Per entrambi rispetto ma a te spetta la tua scelta, io ho già fatto la mia tanto tempo fa.
Quando si tratta di difesa personale non è tanto l’arte marziale a fare la differenza ma una attenzione al contesto e una adeguata preparazione psicologica al combattimento perché senza un adeguato controllo emotivo della paura e senza la capacità di liberare la propria aggressività le tecniche che studi possono anche non funzionare.
In realtà la difesa personale è tutto quello che c’è prima dello scontro, anzi una buona difesa personale non dovrebbe portarti allo scontro, si basa su tecniche di prevenzione.
Se arrivi al combattimento qualcosa non ha funzionato prima oppure non c’era davvero possibilità di evitarlo, ed è qui che è importante avere capacità di combattimento derivate da sport da combattimento o arti marziali, ma questo perché il lavoro precedente non è andato a buon fine e sei costretto a giocarti l’ultima carta, il combattimento.
Non è semplice trovare un professionista del settore ma è importante che vieni formato da una persona qualificata e aggiunga molto “appassionata” se non vuoi rischiare di buttare soldi e tempo, perché è un lavoro specifico, per questo ho costruito un sistema didattico che lavora su più aree perché la difesa personale è qualcosa di estremamente complesso e non è un gioco.
In questo contesto che non è sportivo c’è una grossa responsabilità perché se un allievo vuole fare un combattimento perché si sente sicuro ma non è pronto, sul ring c’è un arbitro che se è in difficoltà ferma il match, invece per la strada se ti senti sicuro perché hai fatto qualche tecnica provata qualche decina di volte in palestra e ti senti sicuro anche se non sai fare un cazzo e reagisci a un aggressore richiede che al tuo allievo gli fanno molto male se non peggio, quindi la responsabilità di un istruttore di difesa personale è molto elevata più che in qualunque altra arte marziale.
La consapevolezza delle tue capacità ti salva la vita ma per essere consapevole devi conoscere realmente le tue capacità anche se nessun test potrà mai simulare lo stress e le variabili che ci sono in una aggressione da parte di uno o più sconosciuti.
Spero che nessuno si debba mai trovare in una situazione del genere dove è costretto a difendere la propria vita.
Qui l’istruttore, oltre che un atleta, deve essere in grado di individuare anche componenti psicologiche di ciascun allievo e condurlo verso una capacità mentale in grado di cambiare immediatamente quando si trova in un contesto a rischio per riuscire a esprimere e attuare tutte le strategie necessarie di sopravvivenza.
Non è da tutti, ma vale la pena di cercare qualcuno che ti possa davvero rendere migliore.
The Warriors way for self defence!
Street Fight Mentality & Fight Sport
Andrea