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L’ultimo della fila a volte è il capo branco

Il branco di lupi e le regole del branco

L'ultimo della fila a volte è il capo branco
La foto è stata scattata nel Wood Buffalo National Park, in Canada

L’ultimo della fila a volte è il capo branco.

Il branco di lupi e le regole del branco.

Osservazione: Un gruppo di lupi.

I tre avanti sono vecchi e malati, camminano in avanti per regolare il ritmo del gruppo in caso di corsa, in modo che non rimangano dietro di loro.

I prossimi cinque sono i più forti e i migliori, hanno il compito di proteggere l’avanguardia in caso di attacco.

Il pacchetto in mezzo è sempre protetto contro ogni attacco.

I cinque dietro di loro sono anche tra i più forti e i migliori; essi sono incaricati di proteggere il retro in caso di attacco.

L’ultimo e’ il capo.

Si assicura che nessuno sia lasciato indietro.

Mantiene il pacchetto unificato e sulla stessa strada.

E’ sempre pronto a correre in qualsiasi direzione per proteggere e servire da “Guardia del corpo” a tutto il gruppo.

Solo nel caso in cui qualcuno volesse sapere cosa significa davvero essere un leader.

Non si tratta di essere davanti.

Significa prendersi cura della squadra.

L'ultimo della fila a volte è il capo branco

Non è proprio così romantica questa descrizione perchè questa descrizione del branco di lupi è una Storia Fake!

I lupi non sono come gli uomini, non permettono ai più stupidi e deboli di essere capobranco!

Chi conosce i lupi sa che la prima della fila è sempre la femmina alfa del branco, la femmina dominante del gruppo.

Quello che si vede nella foto è un branco di 25 lupi timber wolf a caccia di bisonti nel nord del Canada.

Il branco, guidato dalla femmina alpha, viaggia su un’unica fila attraverso la neve per risparmiare energie.

La didascalia originale spiega anche che questi lupi sono gli unici che riescono a cacciare prede di 10 volte le loro dimensioni, e non accenna al fatto che i primi lupi della fila siano malati.

Anzi il primo lupo è la femmina alfa del branco, ovvero la femmina dominante del branco.

Quindi si stratta di un fake questa storia?

No è reale ma in realtà la gerarchia non è proprio come è raccontata ma ho voluto utilizzarla e trasportarla in un ambito sportivo.

L’ultimo della fila a volte è il capo branco è in qualche modo una metafora ma che al di là delle parole alla fine comunque contiene un messaggio importante.

Questa storia fake che circola molto online – soprattutto sui social network – rappresenta una foto di un branco di lupi che cammina in fila nella neve, con una didascalia che spiega che i primi tre lupi della fila sono quelli più vecchi e malati: sono stati messi davanti a tutti in modo da dare il passo al resto del branco e non rimanere indietro, ed essere eventualmente i primi a dover affrontare un eventuale attacco, proteggendo gli altri.

Subito dopo ci sarebbero i lupi più forti a protezione delle femmine, “il bene più prezioso del branco”, mentre l’ultimo lupo sarebbe il capo-branco, che segue da dietro per assicurarsi che tutti stiano bene.

La foto è autentica: è stata scattata nel Wood Buffalo National Park, in Canada e mostra effettivamente un branco di 25 lupi che si sposta per una battuta di caccia: ma la ricostruzione delle posizioni dei lupi e del loro significato è sbagliata.

Sul sito di BBC, dove è stata pubblicata originariamente, la foto è descritta con una didascalia che non coincide con quella che si legge in giro in questi giorni.

Quello che si vede nella foto, dice BBC, è “un branco di 25 lupi timberwolf a caccia di bisonti nel nord del Canada”; “il branco, guidato dalla femmina alpha, viaggia su un’unica fila attraverso la neve per risparmiare energie”.

La didascalia spiega anche che questi lupi sono gli unici che riescono a cacciare prede di 10 volte le loro dimensioni, e non accenna al fatto che i primi lupi della fila siano malati.

Anzi: il primo lupo è la femmina alfa del branco, ovvero la femmina dominante del branco.

L'ultimo della fila a volte è il capo branco Fighting Tips - Street Fight Mentality & Fight Sport

Sul tatami e sul ring

Quando si tratta di arti marziali (AM) e sport da combattimento (SPC) si sa che quando sei sul tatami o sul ring ci sei tu con il tuo avversario e sei “solo” ma non è proprio così.

In realtà dietro questa apparente solitudine c’è tutta una squadra che permette di fornirti oltre un preparazione fisica e tecnica adeguata anche un training psicologico che ti permette di arrivare carico e focalizzato al match o alla gara e che ti permette di ottenere certi risultati.

Certe performance non si ottengono solo con la preparazione atletica che è fondamentale ma serve anche un determinazione e una focalizzazione che va curata, il tuo corpo e la tua mente devono essere allineati.

Ognuno nel tuo team come nel branco ha un suo ruolo ben preciso e tutti devono sapere cosa fare per arrivare a destinazione e conquistare territori e “prede” che in questo casi sono tornei e trofei.

La storia nello sport ci insegna come grandi campioni inizino inspiegabilmente a accumulare sconfitte dopo un allontanamento da parte di un membro della squadra o del team, che gli forniva quella spinta emotiva, fisica, psicologia per andare oltre se stesso.

capo branco

Presta sempre attenzione al tuo team, a volte il TUO capo branco è proprio l’ultimo della fila!

Stay Tuned! L’ultimo della fila a volte è il capo branco!

Street Fight Mentality & Fight Sport!

Andrea

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Written by Andrea

Con una passione per la difesa personale e gli sport da combattimento, mi distinguo come praticante e fervente cultore e ricercatore sulle metodologie di allenamento e strategie di combattimento.

La mia esperienza abbraccia un vasto panorama di discipline: dal dinamismo del Boxing alla precisione del Muay Thai, dalla tecnica del Brazilian Jiu-Jitsu all'energia del Grappling, dal Combat Submission Wrestling (CSW) all'intensità del Mixed Martial Arts (MMA).

Non solo insegno, ma vivo la filosofia di queste arti, affinando costantemente metodi e programmi di allenamento che trascendono il convenzionale.

La mia essenza si riflette nell'autodifesa: Filipino Martial Arts (FMA), Dirty Boxing, Silat, l'efficacia del Jeet Kune Do & Kali, l'arte della scherma con coltelli e bastoni, e la tattica delle armi da fuoco.

Incarno la filosofia "Street Fight Mentality", un approccio senza fronzoli, diretto e strategico, unito a un "State Of Love And Trust" che bilancia l'intensità con la serenità.

Oltre al tatami, la mia curiosità e competenza si spingono verso orizzonti diversi: un blogger professionista con la penna sempre pronta, un bassista dal groove inconfondibile e un artigiano del coltello, dove ogni lama è un racconto di tradizione e innovazione. Questa sinfonia di abilità non solo definisce la mia identità professionale, ma dipinge il ritratto di un individuo che nella diversità trova la sua unica e inconfondibile voce e visione.

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