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L’espressione OODA loop o in italiano ciclo OODA o ciclo di Boyd si riferisce al ciclo decisionale “osservare, orientare, decidere e agire”.
E’ stato sviluppato dal col. John Boyd che è uno stratega militare dell’aeronautica degli Stati Uniti e che ha applicato questo concetto alle fasi del combattimento, spesso in operazioni militari a livello strategico.
Ora lo stesso concetto di OODA viene spesso applicato in diversi ambiti anche per comprendere le operazioni commerciali ed i processi di apprendimento ma trova un ottimo impiego se si parla difesa personale e autodifesa si a mano nuda che armata.
Questo approccio favorisce l’agilità di ragionamento sulla potenza grezza nell’affrontare avversari umani in ogni tipo di contesto.
Panoramica dell’ ooda loop
Il ciclo OODA è diventato un concetto importante nei seguenti contesti come quello del contenzioso legale, dell’ambiente di lavoro, dell’applicazione della legge, della strategia militare, ecc.
Secondo Boyd, il processo decisionale (decision-making) si manifesta in un ciclo ricorrente del tipo:
“Osserva->Orienta->Decidi->Agisci”.
Un’entità (sia che si tratti di un individuo o di un’organizzazione) in grado di elaborare questo ciclo rapidamente, osservando e reagendo agli eventi che si stanno svolgendo e lo fa più rapidamente di un avversario, può così “entrare” nel ciclo decisionale dell’avversario e passare in vantaggio rispetto a lui.
Sono molte le situazioni in cui chi agisce per primo acquisisce un significativo vantaggio e uno di questi è la difesa personale.
Frans Osinga ha sostenuto che le opinioni di Boyd sul loop OODA sono in realtà molto più profonde, più ricche e più complete dell’interpretazione comune dell’idea del “ciclo rapido OODA“
Boyd ha sviluppato il concetto per spiegare come fare a dirigere le proprie energie per sconfiggere un avversario e sopravvivere.
Egli sottolineò che quel che si ritiene un “singolo loop” è in realtà un insieme di cicli interagenti, che devono essere mantenuti in funzionamento continuo durante il combattimento.
Mostrò anche che la fase della battaglia ha un impatto importante sull’allocazione ideale delle energie del combattente.
Lo schema
Il diagramma di Boyd mostra che tutte le decisioni sono basate su osservazioni della situazione in evoluzione, mitigate dal filtraggio implicito del problema che viene affrontato.
- La prima ‘O’ sta per “Osservazioni”, che sono le informazioni grezze su cui si basano le decisioni e le azioni. Le informazioni osservate devono essere elaborate per orientarle al processo decisionale. Nelle note del suo discorso “Organic Design for Command and Control” (Progettazione organica del comando e controllo), Boyd disse:
- «La seconda O, “Orientamento” – in quanto risultato del nostro patrimonio genetico, la tradizione culturale e le precedenti esperienze – è la parte più importante del ciclo OODA, poiché modella il modo in cui osserviamo, il modo in cui decidiamo, il modo in cui agiamo.»(John Boyd)
Come affermato da Boyd e mostrato nella casella “Orientamento“, c’è molto filtraggio sull’informazione grazie alla nostra cultura, la genetica, la capacità di analizzare e sintetizzare e l’esperienza precedente.
Questo è un aspetto che non puoi sottovalutare e in ottica di difesa personale è spesso qualcosa che devi modificare e che un istruttore di difesa personale deve ricostruire perchè è legato a aspetti che potrebbero farti fare delle scelte che non sono adeguate al tipo di pericolo e violenza che ti trovi ad affrontare.
Il ciclo OODA è stato progettato per un singolo decisore (decision maker) e per questo si presta bene alla difesa personale.
Già quando si è più di una persona la cosa di complicala e la situazione è in genere molto più complessa di quanto mostrato, poiché la maggior parte delle decisioni in alcuni contesti di gruppo dove è un gruppo di persone che osservano e orientano, ciascuna delle quali porta le proprie tradizioni culturali, genetica, esperienza ed altre caratteristiche informative.
È qui che le decisioni spesso rimangono bloccate, il che non porta a vincere, perché:
«Per vincere, dovremmo operare in un tempo o ad un ritmo più veloce dei nostri avversari – o, meglio ancora, entrare nel ciclo temporale, o anello, di “Osservazione-Orientamento-Decisione-Azione” dell’avversario... Tale attività ci farà apparire ambigui (imprevedibili), generando in tal modo confusione e disordine tra i nostri avversari, poiché essi non saranno in grado di generare immagini o inquadrature mentali che tengano il passo con i minacciosi, e più veloci, modelli o ritmi transitori dell’avversario con cui sono in competizione.»(John Boyd)
Il ciclo OODA, che si concentra su requisiti militari strategici, è stato adattato per la pianificazione della continuità operativa delle imprese e del settore pubblico.
Lo si può confrontare con il ciclo “Pianifica-Fai-Verifica-Agisci” (Plan Do Check Act – PDCA) o Ciclo di Deming.
Ecco come uno dei colleghi di Boyd lo descrisse in “John Boyd, USAF Retired, Father of the F16” (John Boyd, ex USAF, il padre dell’F-16):
«Il fattore chiave è oscurare le tue intenzioni e renderle imprevedibili per il tuo avversario, mentre contemporaneamente tu stai chiarendo le sue intenzioni. Cioè, devi operare con un tempo più veloce per generare condizioni che cambiano rapidamente che impediscono al tuo avversario di adattarsi o reagire a quei cambiamenti, e che contrastano o distruggono la sua consapevolezza. Quindi, si deve verificare un guazzabuglio di confusione e disordine per causare una reazione eccessiva o insufficiente a condizioni o attività che sembrano incerte, ambigue o incomprensibili.»(Harry Hillaker)
A cosa serve l’ ooda loop
L’OODA Loop serve anche a spiegare la natura delle operazioni di sorpresa e di modellazione in un modo che unifica la psicologia della Gestalt, la scienza cognitiva e la teoria dei giochi in una teoria comprensiva della strategia.
La teoria dell’utilità (la base della teoria dei giochi) descrive come le decisioni vengono prese in base al valore percepito di intraprendere una data azione.
Il loop OODA mostra che prima di prendere una decisione (la fase Decide), la persona deve prima ottenere informazioni (Osservare) e determinare cosa significa per lui e cosa può fare al riguardo (Orient).
In questo modo, l’utilità cercata nella fase Decide può essere modificata influenzando le informazioni ricevute dall’avversario e il modello cognitivo applicato per orientarsi su di esso[5].
Lo scrittore Robert Greene ha scritto in un articolo intitolato “OODA and You” (Tu e lo OODA):
«… la mentalità corretta è quella di lasciarsi andare un po’, per permettere ad una parte del caos di diventare parte del proprio sistema mentale, e di usarlo a proprio vantaggio creando semplicemente più caos e confusione per l’avversario. Questo incanala l’inevitabile caos del campo di battaglia contro il nemico.»(Robert Greene)
Il ciclo di OODA e la difesa personale
Immagina che stai camminando in una strada sconosciuta di una quartiere della tua città.
Sei “in codice giallo” e stai prestando attenzione a ciò che sta accadendo intorno a te (questo è molto buono).
Stai osservando.
All’improvviso la tua attenzione è attirata da qualcosa che è strana/diversa/insolita/ecc.
Ora sei orientato a concentrarti su questa particolare cosa che è successa.
A questo punto, devi decidere che cosa fare.
Costruirai una opzione nella tua testa dove se questa o queste persone fanno questo io faccio questa azione (cambio strada, fuga, attacco, ecc).
Quindi se attraversano quella linea immaginaria, tu agirai per come hai deciso dove senza preoccuparti o cambiare pensiero agisci e corri per fare qualunque cosa funzioni e i avvantaggia.
Non aspetti l’evento successivo.
L’orologio di OODA e la difesa personale
Pensa al ciclo OODA come un orologio con:
- Observe alle 12:00,
- Orient alle 3:00,
- Decide alle 6:00 e
- Act alle 9:00.
Il nuovo giorno inizia a mezzanotte, quindi dobbiamo iniziare con Observe.
Questo è lo step più critico.
Se non stai osservando, potresti non vedere quella cosa “fuori posto”, e non decidere cosa farai o agirai prima che sia troppo tardi.
Le persone che ti hanno scelto come preda ti hanno osservato in mezzo alla folla e si sono orientate su di te, hanno deciso cosa stanno per fare e probabilmente lo stanno facendo.
Se non stai prestando attenzione, quanto pensi che sia probabile che sarai in grado di reagire prima che facciano effettivamente quello che stanno per fare.
Probabilmente non molto.
Ricorda, l’azione batte la reazione.
Nel migliore dei casi, prestando attenzione, l’aspirante attaccante dovrebbe notare che ti sei accorto di lui e decidere che potresti non essere il bersaglio migliore.
Anche l’aggressore sta percorrendo lo stesso ciclo.
Gli aggressori, tendono a non volere una lotta né a essere visti, quindi se li vedi e loro lo sanno probabilmente sceglieranno di andare avanti in quanto ci sono un sacco di persone immerse nei loro smartphone o altre distrazioni.
Ora se immagini il ciclo OODA come un orologio se l’attaccante è già alle 9:00 (o allo step4) e quindi “non hai ancora iniziato la giornata alle ore 12” (perché non stai prestando attenzione) sarà molto difficile recuperare prima che accada qualcosa.
Se presti attenzione (ore 12) , hai visto l’attaccante (ore 3), hai deciso cosa farai (ore 6) e lo stai facendo (sei anche alle 9:00) è molto più probabile che reagisci in modo tempestivo ed efficace.
Un esempio di ooda loop
Sei stato avvicinato da qualcuno che sembra intenzionato a farti del male e sta cercano qualcosa nella sua tasca.
Cosa potresti pensare che stiano facendo? Cerca un fazzoletto di carta per soffiarsi il naso? Scommetterei di no.
Una persona ragionevole potrebbe concludere che potrebbe essere in cerca di qualcosa con cui farti del male.
Ora la tua decisione potrebbe essere sta per prendere qualcosa nella sua tasca lo spingo contro il muro e corro o farai un attacco preventivo colpendolo proprio mentre mette la mano è in tasca ed è scoperto da quel lato,
A quel punto se sono intenzionati a fare qualcosa contro di te devono ricominciare nella loro sequenza OODA.
Significa che ora devono trovarti di nuovo e decidere cosa fare, quindi farlo.
A questo punto spero che tu però non hai più problemi perchè sei scappato o l’hai steso.
Quindi, dal momento che sei preparato e alle 9:00, facendo loro qualcosa e inviandoli efficacemente alle 12:00, li hai disorientati perchè il loro piano è stato interrotto, modificato e lo devono cambiare ma questo tempo ti permette di fare anche a te altre cose.
Questo capita sempre anche nella quotidianità, immagina qualcuno che ti vuole parlare di qualche episodio che è successo, tu lo sai già, lo vedi che viene verso di te per parlarti, lui inizia e lo interrompi, fai qualcosa e qualcuno interrompe questa comunicazione o qualcosa cambia la sua concentrazione – allora pensi “ora di cosa stavo parlando?, cosa volevo dirgli”, stai interrompendo il suo ciclo di ooda su quello che voleva dirti, ora deve ricostruire il ciclo.
E’ la stessa cosa.
Anche negli sport da combattimento le informazioni si susseguono in tempo reale e il fighter non ha il tempo di elaborarle consapevolmente; egli reagisce perché è addestrato, ed il suo pensiero cosciente è diretto a supervisionare il flusso di azione e reazione, ripetendo continuamente il ciclo OODA.
Questo approccio favorisce l’agilità di ragionamento sulla potenza grezza nell’affrontare avversari umani in ogni tipo di contesto: Boyd ha messo in pratica questo principio (ethos) nel suo lavoro per l’Air Force degli Stati Uniti.
Una delle intuizioni principali di John Boyd nel’affrontare il combattimento dei caccia era che è vitale cambiare velocità e direzione più velocemente dell’avversario.
Questo potrebbe interferire con il ciclo OODA di un avversario.
Non è necessariamente una funzione della capacità di manovra dell’aereo, ma il pilota deve pensare e agire più velocemente di quanto l’avversario possa pensare e agire.
Entrare “dentro” il suo ciclo, cortocircuitare i processi di pensiero dell’avversario, produce l’opportunità che l’avversario reagisca in modo inappropriato.
Il ciclo di OODA in team è complicato
Un altro esempio di livello tattico può essere trovato sul campo degli sport di squadra, dove un giocatore prende possesso della palla e deve superare un avversario che è più alto o più veloce.
È improbabile che un dribbling od uno scavalcamento abbiano successo.
Invece, il giocatore può impegnarsi in una serie rapida ed elaborata di movimenti del corpo progettati per confondere l’avversario e negargli la possibilità di sfruttare le sue superiori dimensioni o velocità.
Ad un livello basico di questo gioco, questa tecnica può essere semplicemente una serie di finte, con la speranza che l’avversario commetta un errore o si apra uno spazio, ma la pratica e la concentrazione mentale possono consentire ad un giocatore esperto di accelerare il suo tempo di reazione, entrare nel ciclo OODA dell’avversario e prendere il controllo della situazione, facendo sì che l’avversario si muova in un modo inadatto, mettendosi così in vantaggio piuttosto che reagire semplicemente a un movimento del difensore.
Assumere il controllo della situazione è la chiave.
Non è sufficiente accelerare più velocemente il ciclo OODA, poiché questo si traduce solo in agitazione.
Lo stesso ciclo opera su un orizzonte temporale più ampio in un panorama commerciale competitivo, dove si applica la stessa logica:
i decisori raccolgono informazioni (osservano), formulano ipotesi sull’attività del cliente e le intenzioni dei concorrenti (si orientano), prendono decisioni e agiscono sulla base di queste.
Il ciclo è ripetuto continuamente.
L’applicazione aggressiva e consapevole del processo offre un vantaggio commerciale rispetto ad un concorrente che sta semplicemente reagendo alle condizioni in cui si verificano, o ha scarsa consapevolezza della situazione.
Conclusioni
Spero che questa informazione ti fornisca un diverso approccio alla consapevolezza e ti dia un altro modo di guardare alla sicurezza.
Se sei un istruttore, se lo trovi utile, spero che tu possa integrare queste informazioni nei tuoi insegnamenti in modo che anche gli altri possano trarne beneficio e se ti fa piacere fai conoscere il lavoro che sto facendo attraverso il blog.
Questo approccio ti può aiutare in una situazione di difesa personale dove non decidere cosa fare è una condizione che non ti puoi permettere e agire diventa fondamentale.
Aspettare che agisca il tuo aggressore e che lui prenda l’iniziativa è un vantaggio che non puoi lasciargli.
Questo modo di ragionare è uno schema che in una condizione di forte stress ti può aiutare ad accelerare il processo di azione.
Stay Tuned, Stay Save, Self Defence is not game!
Andrea