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9 cose da fare in caso di violenza domestica.
Ogni storia di violenza domestica è diversa da tutte le altre, così come sono diversi i tipi e le forme dei maltrattanti e diverse le vittime.
Possono essere più psicologici, più fisici ma si tratta sempre di violenza che renda la vita impossibile alla vittima.
Solo la donna che subisce la violenza che ha una propria storia e ne conosce tutti i dettagli sa e può decidere se questi 9 semplici consigli sono applicabili alla sua storia o meno.
In ogni caso, i consigli che ti sto per elencare non possono e devono sostituire il prezioso lavoro dei centri anti violenza e/o delle Forze dell’Ordine e non possono da soli “salvare la tua vita” con certezza assoluta ma sono cose che puoi e devi applicare.
Si tratta solo di comportamenti facilmente adottabili che possono aiutare una donna che si trovi a vivere una situazione di violenza domestica a trovare delle strategie per auto tutelarsi.
Questi 9 consigli si applicano più facilmente in casi di violenza (fisica) lieve e/o in quei casi in cui gli episodi di violenza domestica sono appena iniziati e/o si susseguono con lunghe pause tra l’uno e l’altro.
Che cosa puoi fare nel caso in cui trovi improvvisamente un partner violento o se inizi a riconosce e capire appieno che quanto si sta vivendo, magari da parecchio tempo, ti sta mettendo in pericolo?.
Cosa fare se non hai la possibilità o la volontà di uscire dalla casa in cui vive anche l’uomo violento?.
Definizione di violenza domestica
“uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
I 9 consigli:
Conoscere e riconoscere il ciclo dell violenza
Normalmente, gli episodi di violenza si susseguono secondo uno schema “a cerchio”.
Inizialmente la tensione sale e si incrementa il nervosismo.
E’ necessario imparare a capire quali siano i segnali che ci dicono che si sta accumulando tensione.
Anche in questo caso, ogni donna “conosce” l’uomo che le vive accanto.
In alcuni casi, la tensione che cresce si riconosce perché aumentano le liti in numero o intensità, ma in altri casi, potrebbe anche essere il contrario: invece che frequenti scontri verbali, il maltrattante potrebbe avere atteggiamenti di esclusione (non rivolge la parola alla sua partner, tende a uscire spesso di casa senza dire dove va, allontana la partner, ecc…).
Non c’è un modo solo ma non devi sottovalutare i gesti e i comportamenti.
Qualche volta, capita che il nervosismo si manifesti rompendo oggetti, per esempio, o prendendo a calci mobili o porte o altro. Quando la tensione giunge al culmine, avviene la violenza vera e propria.
Occorre diventare brave a tenere a mente e a fare caso al tipo di violenza che si scatena nel punto più “alto” del cerchio: se il gesto violento resta sempre uguale o se invece cambia e varia in intensità (ad esempio, se si passa da uno spintone, a uno schiaffo, poi a un pugno, poi alle mani al collo…).
Anche il tempo che separa gli episodi di violenza è importante.
Gli episodi di violenza possono rimanere molto distanti come tempo l’uno dall’altro, ma se aumenta la frequenza e/o diventano sempre più gravi, è importantissimo esserne consapevoli, per poter scegliere di agire immediatamente di conseguenza.
Dopo la violenza, di solito lui “chiede scusa”, piange e promette che non lo farà più e/o fa qualche regalo alla compagna, mostrandosi dolce e premuroso (fase c.d. della “luna di miele”).
La “luna di miele” è quasi sempre un’illusione, ben presto la tensione ricomincia ad accumularsi e si riprende da capo.
Non minacciare mai, niente minacce!
L’uomo che agisce con violenza, lo fa perché vuole stabilire un controllo sulla donna, vuole avere la certezza che lui è il padrone della tua vita.
Perciò, evitare frasi come: “Se lo fai ancora, ti lascio”, o “stai attento a quello che fai che ti denuncio!”.
Fallo ma senza dirlo!
Se si decide di andare via, di lasciare il partner o di sporgere denuncia, lo si faccia e basta, senza comunicarlo o minacciarlo in anticipo, perché la minaccia di reazione, di solito, fa aumentare la violenza: l’uomo sente che è lei che vuole avere il controllo, che vuole “fargli fare come vuole lei” e questo lo incattivisce ancora di più.
Lo stesso vale per eventuali “tracce” come messaggi sul telefono che ne hai parlato con qualcuno, siti visitati per trovare informazioni, libretti e volantini informativi che riguardino i servizi attivi sul territorio per i casi di violenza domestica, nomi di avvocati, numeri di telefono “sospetti”, ecc.
Imparare a memoria il numero di telefono del centro anti violenza più vicino.
Parlare con una persona di fiducia
Non è mai molto facile raccontare ad una persona quello che sta succedendo: vergogna, paura, sfiducia sono spesso compagne fedeli della violenza.
Tuttavia, è molto importante che almeno una persona sia a conoscenza di quanto sta accadendo.
L’ideale è un/una vicino/ di casa, al quale o alla quale poter chiedere di chiamare senza indugio le Forze dell’Ordine, in caso senta grida o rumori o liti violente.
Utile anche accordarsi con una persona vicina o amica, o con una parente per trovare un modo di chiedere aiuto, senza che tale richiesta sia palese, individuando una frase “neutra” ma alla quale la vittima e la complice danno il significato di una richiesta di aiuto.
Se, dopo aver sentito rumori forti e/o urla, una vicina di casa bussasse alla porta per chiedere se va tutto bene, sarebbe importante adottare una sorta di “codice segreto” che lei sia in grado di capire, che non desti sospetti nel maltrattante.
Ad esempio, alla vicina (o alla parente) informata che bussa e chiede: “Tutto bene?”, una risposta potrebbe essere: “Sì, grazie, mi è solo caduto un vaso/una pentola ecc. e mi sono spaventata”.
E’ importante che sia tu che lei avete già un copione fatto su cosa chiedere e su cosa rispondere per capirsi senza dire cose o fare gesti che possono fare insospettire.
Se si sceglie di parlare con una persona che non ci vive vicino e che, dunque, non può sentire litigi o voci alte, ma che, magari chiama, proprio per preoccupazione o perché le è stato chiesto di telefonare spesso per tenere la situazione controllata, la “frase in codice” può essere, ad esempio “Sto bene, grazie, pensa che stavo proprio per farmi un caffè/un thè” o cose simili.
Attenzione alle stanze
Se si scatena un litigio che mette in agitazione o che si pensa possa degenerare, è importante cercare di evitare di:
- scappare in bagno (si rischia di rimanere chiuse dentro, in trappola),
- cercare di uscire o di non entrare in cucina (stanza piena di “armi”, come coltelli, forbici e altri oggetti contundenti) Precauzione: se cucini tu nascondi il coltello affilato sempre e quelli sempre a vista portarli a sfilare e levare la punta da un arrotino, quando cucini usi il tuo che ogni volta nascondi bene.
- e di non avvicinarsi a finestre e/o balconi (una spinta può essere fatale).
Dirigersi sempre verso la porta di ingresso/uscita, unica via di fuga efficace.
Spray anti aggressioni
Procurati due o tre spray anti aggressione da tenere in più posti che più non vede come trucchi in bagno, mobile delle pulizie, ecc.
In casi estremi devi avere uno strumento che ti deve dare il tempo di scappare (attenzione a imparare a maneggiarlo e a come lo si usa in un luogo chiuso!).
Le chiavi di casa
Non si dovrebbe mai permettere al maltrattante di chiudere o bloccare la porta di casa.
Utile, a questo scopo è tenere sempre con sé le chiavi di casa.
Potrebbe essere che si abbia l’abitudine di lasciare la chiave sempre nello stesso posto: infilata nella serratura, per esempio, o appesa ad un apposito gancio, o dentro un cassetto, ecc.
Per non destare sospetti, togliendo la chiave dal “solito posto” per tenerla sempre in tasca o appesa ad una catenina, meglio fare un duplicato (SENZA dirlo) da tenere sempre con se, lasciando così nello stesso posto la chiave, in modo che nessuno abbia sospetti.
Anche più di una chiave.
I soldi
Anche se non si ha un reddito, è opportuno iniziare ad accumulare a poco a poco, una piccola somma di denaro.
Attenzione che devi sempre farlo solo senza che lui se ne accorga.
I soldi sono una utilissima risorsa in caso di urgenze.Tieni la valigia pronta
Chiedi a qualcuno di fiducia se puoi lasciare a casa sua una piccola valigia che conterrà le fotocopie dei documenti (anche dei/delle figli/e), un paio di cambi (anche quelli per i/le bambini/e) e qualsiasi altra cosa si ritenga utile, nel caso sia necessario allontanarsi in tutta fretta da casa, in modo da non avere bisogno di tornare per recuperare quanto ti serve.
Inoltre non puoi tenere una valigia fatta in casa perchè è un segnale che vuoi scappare.
Segnala la violenza domestica alle forze dell’ordine e/o referti medici
E’ importante che segnali sempre ai Carabinieri o alla Polizia i gesti violenti.
Anche se si sceglie di non sporgere denuncia così come farsi certificare dal pronto soccorso o recarsi dal proprio medico facendogli poi fare un certificato ogni volta che si subisce un’aggressione, anche ove questa non lasci segni fisici.
In questo modo si crea una “registro” che fa sì che medici e FFOO abbiano un “occhio di riguardo” in caso si chieda aiuto, conoscendo già la situazione e non rischino di sottovalutare il pericolo.
Questi otto consigli sono solo indicazioni di massima, “trucchi” che ogni donna vittima di violenza può e deve usare per auto tutelarsi, e si tratta di azioni semplici e fattibili ma non sostituiscono l’aiuto professionale delle operatrici di un centro anti violenza, come l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Non sottovalutare mai la violenza domestica anche se “è la prima volta”.
Sono solo 9 piccoli suggerimenti che puoi usare e che puoi consigliare anche ad una amica che si trovi in difficoltà per una situazione di violenza con il partner ma che ripeto da soli non bastano a salvarti la vita e non risolvono il problema della violenza.
Inizia ad applicarli uno alla volta.
E’ molto difficile uscire da una condizione di violenza domestica da sole, chiedere aiuto è il primo passo fondamentale per risolvere il problema, sei tu la prima attrice del suo percorso di uscita dalla violenza e questi semplici consigli sono davvero alla portata di tutte.
Non restare nella violenza!
Andrea